Scommesse e casino in Italia

Il  gioco d’azzardo in Italia ha radici  antiche nella storia stessa del nostro paese ed  è cresciuto sempre più negli anni  divenendo oggi un passatempo amato da migliaia di persone, una entrata sicura per le casse dello stato (nonostante le ingerenze della malavita organizzata ovviamente) e al tempo stesso per molti purtroppo una vera e propria dipendenza.

Il mondo dei giochi, escludendo le scommesse sportive, arriva a coprire quasi il 4% del PIL italiano innalzando il nostro paese ai primi posti al mondo per numero di utenti, patologici e non, che si dedicano abitualmente a questo più spesso costoso che lucroso passatempo. Con l’avvento del Web sono nati i primi Casinò online per il gioco virtuale facendo crescere ancora di più, data la semplicità d’accesso, il numero degli utenti. Qui infatti sono divenute possibili interazioni tra gli scommettitori come si trovassero in una vera sala da gioco ma nel completo anonimato.

Il record italiano per quanto riguarda questa entrata è detenuto dalla regione Molise, mentre a livello cittadino Roma detiene il primato di capitale, anche, del gioco d’azzardo.

Non è facile calcolare quanti italiani al giorno d’oggi siano dipendenti dal “gambling”, data la difficoltà di accertamento e la carenza di dati statistici si possono ipotizzare comunque ci siano migliaia di casi solo nel nostro paese (uno su dieci non riesce a non giocare).

Come riportato da un editoriale del Corriere della Sera dell’Agosto scorso inoltre Il 55% dei giocatori d’azzardo e’ nullatenente mentre il 29% dichiara al Fisco di guadagnare meno di 10mila euro all’anno”, arrivando a calcolare come “l’84% dei giocatori siano poveri”.

I grandi nomi del gioco d’azzardo, una decina nel nostro paese, gestiscono e muovono dunque immense quantità di denaro, un settore che risulta essere il terzo per addetti solo dopo Eni e Fiat.

Dal ’92 è iniziato un processo di deregolamentazione del gioco seguendo un percorso che è arrivato a concedere nel 2006 la libera entrata di partner e operatori stranieri nel mercato nostrano contribuendo enormemente allo sviluppo di questo settore, seguita appena 5 anni dopo da una ennesima liberalizzazione sulla sua componente “on line”.